RASPUTIN il Santone ALLA CORTE DELLO ZAR
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La corte dello Zar Nicola II fu un ambiente pieno di contraddizioni. Alla pacatezza dell'Imperatore si affiancava l'instabilità emotiva della Zarina Alessandra. Alla ripetitività di gesti antichi e datati, in un contesto annoiato e quasi presago della rivoluzione comunista, la voglia di novità eccitanti entrava nei pensieri di dame e nobildonne. Nelle tristezze e nelle speranze del Palazzo Imperiale di Carskoe Selo, dove la routine dell'Ottocento resisteva alle novità del XX secolo, si inserì con fortuna e successo Grigorij Efimevic Rasputin, un contadino siberiano che si era fatto mistico, dopo l'adesione ad una setta di eccentrica religiosità. Rasputin aveva ricavato da quell'esperienza una teologia che esaltava il vizio fino ai massimi livelli, in funzione del pentimento successivo. Era una giustificazione delle tendenze all'alcol e della voglia di sesso sfrenato che Rasputin aveva.
Nonostante la scarsa cultura, il Santone elaborava profezie convincenti, praticava con successo l'ipnosi, mostrava virtù di guaritore ed aveva uno sguardo tenebroso e magnetico che piaceva alle donne e che tanto ammaliò le principesse e le nobildonne di stirpe reale.
Rasputin era approdato alla corte di Nicola II nel 1905, nel momento in cui i medici non riuscivano a bloccare una grave crisi di emofilia del piccolo Alekej, figlio dello Zar. Non si sa come, lo zarevic scampò a morte certa e i sovrani tennero Rasputin costantemente a palazzo per i suoi miracolosi poteri che gli consentirono poi di condizionare la vita della reggia, se non proprio la politica russa.
Nel tempo il monaco-mago diventò sempre più potente e attirò nella sua rete dame di corte catturate dal suo carisma e - secondo qualcuno - dalla sua teorizzazione di una magia sessuale che in pratica portava ad un sesso orgiastico.
La morte del Santone arrivò in maniera violenta
Odiato da tutti per il suo strapotere e per il suo poco chiaro rapporto con la Zarina Alessandra, Rasputin cadde nel più tremendo intrigo di corte, di cui già da tempo si parlava a San Pietroburgo.
Una sera fu invitato a cena a casa del Principe Jusupov, dov'era anche il Granduca Dmitrij, cugino dello Zar. In quella fredda notte d'Inverno (tra il 16 e il 17 dicembre 1916) una carrozza condusse a destinazione lo stregone. Sembra che travestito da cocchiere ci fosse un medico che aveva preparato 'un cocktail' di liquore e cianuro. Come sempre, Rasputin bevve smodatamente. Gli altri aspettavano gli effetti del veleno, ma, incredibilmente, non succedeva niente. Rasputin stava giocando a scacchi con la morte e stranamente stava vincendo la partita.
Incredulità e panico: poi qualcuno sparò allo stregone, dritto al cuore. Neppure stavolta la morte ebbe la meglio.
Rasputin barcollò ma uscì vivo dalla casa di Jusupov.
Fu inseguito e ucciso a colpi di bastone, dopo una tremenda lotta in cui il monaco pareva davvero immortale.
Il cadavere fu gettato in un fiume, ma qualche giorno dopo riemerse dalle acque come a cercare, ancora, la gloria del mondo.
Altri Santoni / Altri Impostori
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Prima e dopo Rasputin ci furono in Europa sedicenti alchimisti che frequentarono le corti di principi e sovrani con la promessa di miracolose invenzioni e strani maghi che irretirono invece gente semplice nella trama di una torbida sessualità che avrebbe dovuto portare alla felicità.
Gli alchimisti si dissero capaci di creare l'oro dal nulla. Il Conte di Saint Germain fu il primo campione di queste presunte imprese alchemiche. Nel Settecento comparve alla reggia di Luigi XV, dove offriva alle dame di palazzo unguenti per la bellezza e l'eterna giovinezza. Le gentildonne ne furono affascinate e raccomandarono al Re il grand'uomo. Ma al Conte le cose non andarono bene per molto tempo perché tra le invidie di palazzo e le accuse di spionaggio alla fine dovette sloggiare. Ricomparve però alla corte del Re di Prussia Federico II. Bello, raffinato e colto, anche qui il Conte di Saint Germain fece strage di cuori femminili ma ancora una volta fu costretto a traslocare. Finì i suoi giorni come cortigiano del Principe Carlo d'Assia a fine Settecento.
Ma la morte non lo sottrasse al mondo poiché per lungo tempo (per un secolo e oltre) compariva di tanto in tanto nei salotti eleganti un distinto signore che si qualificava 'Conte di Saint Germain'.
Napoleone III, che aveva incontrato l'impostore ed era rimasto sconcertato da questa storia volle vederci chiaro e ordinò un'inchiesta, che però non portò a nulla. Passò altro tempo e addirittura agli inizi del Novecento il mito dell'alchimista redivivo ritornò con una serie di lettere di un ufficiale arrivate a più persone dal fronte francese della prima guerra mondiale. Erano firmate: 'Conte di Saint Germain'.
Aleister Crowley, inglese, fu un altro personaggio ambiguo
quanto fosco che andò in giro per il mondo nella prima metà del XX secolo creando comunità dedite alla 'magia sessuale'. Vagò tra gli Stati Uniti, l'Egitto e il Portogallo propugnando una religiosità confusionaria, che ammiccava al satanismo (per poi negarlo) e a tratti approdava al Buddhismo. Intorno al 1920 stazionò anche in Sicilia avendo fondato a Cefalù un tempio per pratiche magico-erotiche di gruppo. Qualche anno dopo fu espulso dalla polizia italiana. Charles Manson fu autore di famosi omicidi in tempi vicini a noi. Nella serie dei presunti santoni degli ultimi secoli è stato sicuramente il più ripugnante. Musicista fallito, già carcerato per favoreggiamento della prostituzione, vagò per l'America con la sua comunità di adepti (giovani disadattati e insieme figli di papà alla ricerca di sensazioni forti) che seguivano la regola del sesso più sfrenato teorizzato da quella specie di mago che era in realtà un vero e proprio mostro. In una notte del 1969 la banda di Manson compì, praticamente senza ragione, due incursioni omicide destinate a rimanere negli annali dei crimini più efferati. Irruppero nella abitazione di Roman Polanski, che era assente, e uccisero l'attrice Sharon Tate, moglie del regista oltre a quattro persone di casa. La notte successiva fu il turno dell'imprenditore Leno La Bianca trucidato insieme alla moglie, anche lui nella sua abitazione. Questi delitti efferati aggiunti ad altri omicidi isolati delineano l'abiezione della setta più scellerata degli ultimi secoli.
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GRIGORIJ RASPUTIN
Il Santone della Corte Russa
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